Tra le maggiori eccellenze vinicole italiane spicca il Brunello di Montalcino: rosso, corposo e realizzato con uve Sangiovese, è proprio uno dei fiori all'occhiello del Centro Italia.
Si tratta senza dubbio di una delle specialità più pregiate della cultura vinicola del nostro Paese, ma a renderlo così esclusivo è il tipo di uvaggio impiegato, a base di Sangiovese Grosso, così chiamato per i suoi acini dalla buccia spessa e pruinosa. Scopriamo insieme tutte le caratteristiche di questa uva così popolare!
La Storia di un vitigno prestigioso
I vitigni di Sangiovese Grosso si diffondono in tutto il territorio di Montalcino, in provincia di Siena, un luogo ameno immerso nella bellezza delle colline senesi.
In questi magici luoghi si produce anche il Chianti, un'altra eccellenza vinicola tutta italiana.
Il Sangiovese Grosso è talmente prestigioso che si stima che un ettaro del vigneto arrivi a costare fino a 500.000 €!
Le vicende storiche del Sangiovese Grosso giungono al 1869, quando per la prima volta fa capolino il primo prodotto vinicolo realizzato dal team di Clemente Santi, celebre enologo, farmacista e agricoltore della famiglia di vignaioli Biondi-Santi.
Dopo i primi successi nelle fiere francesi del Medoc e in quelle italiane, i successori di Clemente Santi portano avanti il progetto del nonno, affinando sia il Brunello di Montalcino, sia il Sangiovese Grosso che è arrivato a noi con quella stessa purezza e la medesima passione delle origini.
Il Brunello e il Sangiovese Grosso sono vini corposi, tannici, di carattere, patrimonio dell'umanità e della buona tavola, quella toscana ovviamente
Le origini storiche del nome Sangiovese
Il primo storico a parlare del Sangiovese è stato Soderini, un agronomo toscano che lo cita in un trattato del 1600.
L'etimologia è piuttosto discussa: si pensa che derivi dal territorio sul Monte Giove a Sant'Arcangelo di Romagna, sormontato dal monastero in cui si produceva il vino: davanti a un calice di Sangiovese e alla domanda di cosa si trattasse, porta da un ospite, i monaci risposero lesti con il nome suggestivo di Sangue di Giove.
Dalle bacche rosse, sode e polpose, si ottengono vini particolarmente alcolici e di carattere, di personalità.
Si tratta comunque di un vitigno versatile con cui si produce un ampio assortimento di vini, tra cui spumanti, bollicine, passiti e liquori, ma soprattutto vini da tavola e rossi da pasto.
Caratteristiche e peculiarità di un vitigno di punta
Il Sangiovese Grosso, vitigno autoctono delle zone di Montalcino a Siena, presenta delle caratteristiche organolettiche definite e ben precise.
Prima di tutto è necessario ricordare come questo vitigno si adatti perfettamente ai terreni calcarei e argillosi, e cresca bene in pianura e nelle colline più morbide e smussate dal vento, mai sopra ai 450 m sul livello del mare.
Durante il periodo di piena maturazione, le uve preferiscono i terreni asciutti, così da sviluppare al massimo la concentrazione zuccherina all'interno delle uve.
Il vitigno del Sangiovese Grosso produce acini abbondanti, medio-grandi e dalla forma ovoidale.
Come dice il nome stesso, la buccia è grossa, di spessore, pruinosa e di un viola tendente al bruno.
Un corredo aromatico particolarmente goloso e dai sentori spiccati
Dal vitigno Sangiovese Grosso si ottiene il Brunello di Montalcino DOCG, una delle eccellenze più rinomate e prestigiose della Toscana e di tutto il nostro Stivale.
Il Brunello, il cui solo nome mette subito allegria con il suo carattere rubicondo, si distingue al calice per un colore rosso intenso con riflessi violacei.
Al naso, il profumo intenso sprigiona sentori che vanno dai frutti rossi di bosco fino al prugna, alla mora e alla ciliegia moresca.
Il gusto, così pieno e rotondo, sviluppa un'intensità molto prolungata al palato, in cui esplode un bouquet che sa di cacao, caffè e vaniglia, profumi che richiamano le essenze legnose delle botti in cui il mosto è maturato.
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